L’inconscio nel condominio “Europa”

Credo che da qualche parte esista un condominio con questo nome, ma io mi riferisco all’Europa vera, quella per cui andremo a votare tra poco.
Però non è di partiti che voglio parlare, piuttosto di relazioni: quelle che caratterizzano una coppia, una famiglia, un semplice condominio o un gruppo più vasto.
Parliamo dei motivi “invisibili” che spingono le persone, quindi i gruppi, a comportarsi in un certo modo.
Il punto di partenza è che abbiamo sempre più bisogno di un ambiente protettivo, man mano che la società in cui viviamo diventa più complessa.
E’ tristemente dimostrato che questa necessità attuale ci rende da leggermente a gravemente paranoici, a seconda dei pericoli che vediamo o immaginiamo nell’ambiente.
Quelli che vediamo fisicamente appartengono alla realtà, quindi sono affrontabili in diversi modi, entro i limiti della proporzione con le nostre forze.
Ma i pericoli che immaginiamo non appartengono alla realtà: possono certo derivare da situazioni accadute in passato, o possono essere prosecuzioni fantasmatiche di notizie e di filmati che riprendono realtà lontane, o costruzioni di fantasie artistiche. In ogni caso sono davvero disturbanti, perché non possiamo affrontarli realmente.
Poco o tanto, distorcono sempre l’equilibrio che ci servirebbe per vedere nel mondo circostante un ambiente sereno, quindi protettivo.
Una distorsione che diventa permanente, col sommarsi delle notizie e delle immagini negative nel tempo.
Una distorsione che crea un allarme costante nella psiche e che induce la fantasia a creare difese altrettanto forti e frequenti verso questi pericoli immaginari.
I contesti perdono d’importanza quando il meccanismo di difesa diventa cronico.
Ogni persona può diventare un nemico, ogni ambiente può essere visto come pericoloso.
Che lo sia davvero oppure che sia solo adatto a rappresentare un possibile pericolo ottiene sempre la medesima reazione: la paranoia.
La paranoia è un meccanismo di difesa/resistenza che permette di proiettare su altri, in modo automatico e inconscio, le angosce che turbano eccessivamente un soggetto.
Il primo ambiente può essere la coppia: quel particolare insieme di luoghi e di momenti in cui si esprimono emozioni stupende, in cui si crea un legame particolarmente forte, in cui ogni partner trasferisce l’atmosfera della propria famiglia d’origine, completa di tutti gli amori, i rancori e i conflitti interiorizzati.
La coppia può formare a sua volta una famiglia, secondo ambiente. Può mandare i figli a scuola, terzo ambiente, o a giocare negli ambienti successivi degli amici.
La famiglia potrebbe vivere in un condominio: un’invenzione esplosa nell’ultimo secolo, in cui il meccanismo della proiezione ha trovato il suo habitat ideale e si è sviluppato come muschio in un prato ombroso.
Motivo semplicissimo: quello che è pericoloso dire alle persone della propria famiglia può essere detto con soddisfazione alle spalle dei vicini che percorrono le stesse scale.
Ma il condominio può diventare a sua volta una specie di famiglia allargata in cui potrebbero servire atteggiamenti di malcelata cortesia.
Ed ecco allora che la calunnia, ovvero la proiezione fatta alle spalle di qualcuno, preferisce trasferirsi nel quartiere o nel paese, o sul lavoro, o nella città, nella nazione, o in quel moderno condominio di nazioni che è l’Europa.
Insomma, ovunque ci sia un insieme di persone con interessi comuni e con i loro bravi difetti.
L’Europa, immaginata così lontana dalla porta di casa propria, è l’ideale oggi come contenitore delle paure e dei rancori sociali che non si riescono a superare tra la propria gente.
Non si pensa che ogni condominio è parte della propria casa e che se non si aggiusta il tetto, o qualunque altra parte della struttura, vengono danneggiate tutte le famiglie.
Quel che importa, nella paranoia, è che il proprio rancore e le proprie paure siano messi sulle spalle di altri e che li si possano guardare da fuori, con l’illusoria soddisfazione di essersene liberati.
Il massimo per un grande paranoico è vedere che tutto il mondo si odia e si teme.
Osservare tutto l’universo intorno a sé che si distrugge, che affonda come gommoni troppo pieni nel mare in burrasca.
E ovviamente pensare di essere innocente, l’unico davvero innocente in mezzo a tante ingiuste cattiverie.

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