“L’amore in vacanza e l’amore nei sogni”
Ho cercato di trattare l’argomento da due punti di vista:
1. l’amore che sboccia improvviso in vacanza, come fiore dalla neve, al primo raggio di sole;
2. quello che conosco attraverso i pazienti, soprattutto attraverso i loro sogni, e che ogni volta mi meraviglia.
Insomma desidero trattare dell’amore che so di poter trovare nei luoghi più nascosti della psiche, nei luoghi dell’inconscio.
E’ un amore pulito, al contrario di quello che molti pensano, un amore più vicino all’infanzia che all’età adulta, un amore conservato allo stato quasi primitivo.
L’amore relegato nell’inconscio è prigioniero, ma paradossalmente molto più libero, come piuma al vento; è libero dalle catene della morale e dagli obblighi di legami sociali.
E’ quello che ha rifiutato censure troppo dolorose per nascondersi dietro le nuvole del mondo fantasmatico.
E’ molto più vero e più ricco di quello che si vive nella realtà di ogni giorno, eppure è costretto a nascondersi invece di salire sul gradino più alto del podio.
E’ l’amore vivo nei sogni, quando i meccanismi di difesa si allentano come ogni altra funzione.
E’ quello che si è mascherato per paura di essere scoperto nella sua prorompente pretesa di esistere
E’ la forza della natura che non ha ceduto agli artifizi e ai divieti della morale, ma non gli ha neanche dichiarato guerra.
E’ una fiammella sempre accesa, anche quando non si vede per niente, e aspetta solo il suo combustibile più adatto per esplodere.
In vacanza per esempio, quando il sole scioglie un po’ di tensioni e cancella dall’agenda di lavoro la sensazione che gli obblighi ci perseguitino.
E’ vero, possono esserci i figli a ricordarli, o il partner. Ma le fantasie sono capaci di superarli, anzi, tanto più forti sono gli ostacoli, tanto più prepotenti possono diventare le fantasie, Come altrettante molle compresse spingono l’amore verso la sua realizzazione.
E spesso a poco vale quella maschera che ci sembra così efficace nei giorni di lavoro.
Ne sa qualcosa il corpo, quella parte di corpo che risponde agli stimoli amorosi e trasforma gli organi sessuali senza chiedere il permesso alla coscienza.
Il passaggio all’atto è solo una casuale augurabile conseguenza, rara o frequente, che può essere bella o bellissima ma non sempre migliora la sensazione della fantasia.
Sono convinto che la fantasia amorosa debba diventare un’esperienza reale ogni volta che può, cioè ogni volta che non fa male a qualcuno.
Ma il tasto è delicato perché comporterebbe l’analisi degli ostacoli: familiari, culturali, religiosi ed etici.
Per fortuna in questo articolo parliamo solo della fantasia dell’amore, sentita come desiderio e impulso, così come viene riportata in quella sede speciale che è il setting psicoanalitico.
Il luogo in cui psicoanalista e paziente si trovano, non contempla atteggiamenti di giudizio ma di semplice ascolto. Di conoscenza e comprensione dei passaggi psichici che portano a gioire e a soffrire, prima che ad agire.
Quella che banalmente viene chiamata scappatella estiva è molto più completa, più profonda, più soddisfacente nel racconto psicoanalitico di quanto non possa essere persino nella realtà.
E’ il frutto di un’apertura che parte dal bacino degli impulsi naturali, si scontra con la fortezza che Freud ha chiamato Super-io, ha un momento di sconfitta ma poi riesce a trovare finalmente il suo letto, come l’acqua di sorgente che va verso il mare.
Davanti al giudizio del Super-io verrà giustificata con l’estate, il mare, il sole, una persona speciale che si ha paura di non incontrare più, la noia o la tristezza o le tensioni del rapporto invernale.
Ma nel racconto psicoanalitico è una vittoria rispetto a troppe precedenti sconfitte.
E’ un momento in cui parte della fantasia si fonda con parte della realtà.
Per capirne la portata basta fare un passo indietro: ricordarsi di quando la realtà è stata così brutta da costringere il soggetto a rifugiarsi nella fantasia. E cosa c’è di più brutto che impedire ad un impulso naturale di seguire il suo corso se non procura del male a qualcuno?
L’espressione severa di un padre gela l’impulso affettivo-sessuale della piccola figlia. E poco importa alla bimba se quell’espressione deriva da una preoccupazione fiscale, politica, religiosa, relazionale o personale: è un pugno su quella giovane psiche che cercava un abbraccio.
Immaginiamo quel gesto ripetuto migliaia di volte senza tante spiegazioni e vediamo che cosa può fare la bimba per sopravvivere.
Una possibilità è continuare a gioire della fantasia che suo padre l’accolga, la coccoli, giochi con lei allegramente. Una fantasia in cui l’amore corrisponde ai suoi desideri, senza limiti di tempo, di spazio e di potenza. Una possibilità che contempla la costruzione di una maschera che si adegui all’umore del padre.
Il maschietto, come ho scritto altre volte e come scriverò appena possibile, vive un’esperienza ancora più tragica. Entrambi comunque imparano a fidarsi più della propria fantasia che della realtà, fino al limite pericoloso di non averne più il controllo.
Amare senza limiti è troppo attraente, è una rivincita che affascina e ridisegna il quadro dell’esistenza, con colori tanto impossibili da pretendere che siano veri.
E infatti le sensazioni sono vere anche quando non lo sono più i personaggi reali, anche quando vengono sostituiti con figure idealizzate.
Il racconto di una vacanza può essere pieno di termini iperbolici, quanto le associazioni che si legano ai simboli del sogno.
In tutti e due i casi è facile percepire la gioia che accompagna il desiderio più di quella tipica dell’incontro.
La ragazza e il ragazzo conosciuti e amati in vacanza, raccolgono per un attimo, per un giorno o per un mese, l’intensità emotiva nascosta nei momenti in cui il desiderio d’amore fu respinto.
Esattamente come spesso trapela dai sogni.
E resta quindi la domanda: che vantaggio ha una persona a scendere da quella storia d’amore, inconsciamente costruita per essere sempre felice?
Ce l’ha, ce l’ha il vantaggio, anzi ne ha più di uno. Ma finché non lo vede, finché non lo trova, fa bene a fidarsi anche di chi ha in mano la torcia per illuminarle il cammino.
Fino a quando non ritrova la fiducia in se stessa.
Quel giorno, un giorno forse lungo anni, l’amore in vacanza e l’amore nei sogni delle sue notti s’incontrano in un’esperienza reale, bella o bellissima, equilibrata e duratura.
Quel giorno gli ostacoli affettivi non saranno più insormontabili perché quella bimba, o quel bimbo, avrà preso coscienza di essere grande, più del suo distratto o ingiusto padre, oppure più della sua possessiva madre.