Il tradizionale convegno organizzato dall’Istituto Mosaico Psicologie, rivolto a laureati in medicina e psicologia è davvero alle porte.
“Il Linguaggio dell’inconscio. Il cammino della conoscenza psicoanalitica, dai sogni all’espressione corporea” è il titolo, che forse mette un po’ soggezione per la sua vastità.
Però c’è da dire che anche quest’anno si è avverata la profezia che avremmo cambiato qualcosa in corso d’opera. Ovvio, il mondo gira talmente in fretta, e noi lavoriamo talmente forte, che qualcosa di nuovo si aggiunge sempre al progetto iniziale.
La scelta di quest’anno infatti era stata quella di partire dalle espressioni più conosciute dell’inconscio, sogni, lapsus, deliri eccetra, e utilizzare queste come basi per lo studio delle altre possibilità psicoterapeutiche meno utilizzate dalla psicoanalisi.
Ma fisici e ingegneri hanno inserito un nuovo argomento, che ci ha molto sorpreso, perciò lo abbiamo subito indagato.
Abbiamo dunque deciso di discutere delle prospettive, fino ad oggi inimmaginabili, che riguardano l’inconscio “tecnologico”
(l’espressione è mia. che chiaramente non sono un tecnologico, ma credo che renda l’idea)
In verità avremmo voluto dividere questi aspetti in due o tre convegni, da farsi nel periodo di festeggiamento dei quarant’anni di “Mosaico Psicologie”.
Ma, come dicevo, gli studi tecnologici stanno producendo risultati a velocità impressionante, tanto che mentre scrivo non so quanto Google o facebook o abbiano superato le informazioni che ho avuto fino a mezz’ora fa.
E’ dunque un convegno forzatamente interlocutorio, ma forse molto più importante di altri proprio per l’immissione straordinaria di questo nuovo argomento che dovrebbe fare da ponte tra ieri e domani: uno sguardo che lanciamo tutti insieme sul futuro ormai iniziato. Con o senza il nostro permesso
Alfredo Rapaggi