COME VA?



In vita mia non ho mai ricevuto tante volte questa domanda in un tempo così breve.
Normalmente le persone che s’incontrano per strada, o in luoghi pubblici, si chiedono “come va” con aria abbastanza distratta, anzi, spesso aggiungono un generico “tutto bene?”. 
Serve a sottolineare il significato banale di quella pseudo domanda, quindi il desiderio di non scandagliare troppo la vita privata.
Ma in questi giorni si sono fatte sentire anche le persone più lontane in tutti i sensi: quelle, per capirci, che non sentivo da anni. Sia quelle che mi hanno trasmesso un messaggio affettuoso e che ho ringraziato col cuore, sia quelle immerse nel loro mondo e totalmente distratte rispetto agli altri.
Ecco che allora il “come va” assume un altro significato: sembra una proiezione sull’altro della propria ansia e una richiesta di rassicurazione.
Vien voglia di rispondere che comunque vada, va bene.
E’ questa in effetti la mia risposta.
Non tanto per negare che molte persone stanno realmente male, questo mi dispiace moltissimo, quasi quanto mi dispiace vedere i bambini scappare tra le macerie dei bombardamenti, o le colonne di disperati cercare una via, per mare o per terra, che ridia loro la speranza di vivere.
Non è possibile negare il troppo dolore che c’è sulla terra.
Ma proprio perché non è negabile, bisogna usare i meccanismi di difesa che ci aiutino a mantenere forti le nostre risorse.
Dunque dico che comunque vada va bene.
Lo dico per abbassare al massimo lo stato d’ansia di chi danneggia se stesso, e gli altri, con la sola idea che potrebbe star male.
“Se non hai sintomi fisici il tuo corpo sta bene, pensa al grande vantaggio che hai stando bene. Pensa a tutto ciò che va bene e rinforza la voglia di riportare pensieri e progetti belli nella tua vita.”
Lo so che non è così semplice e che c’è chi ha il motore dell’ansia che funziona inconsciamente, sempre a mille. Un motore che può davvero creare patologie sul fisico.
Lo so, lo sappiamo ormai quasi tutti..
So che c’è chi sta diventando più aggressivo, più intollerante, più ribelle, mentre pensa che lo siano soltanto gli altri.
Fino ad un certo livello di coscienza, ci sono anche gli psicoterapeuti a disposizione, per aiutare le persone, quelle che lo vogliono e possono, a ritrovare il legame con la realtà.
Ma con o senza un aiuto competente, chi ha ancora la possibilità di farlo deve pensare a tutta la realtà, a 360°, e decidere di seguire quella più costruttiva.

E già che ci siamo, ricordiamo tutti insieme di rispettare assolutamente le precauzioni che raccomandano i virologi per continuare, o riprendere, a star bene.
Essere ribelli in questo caso è come tirarsi una martellata sui…piedi.
Anzi è di più, perché si schiacciano anche i piedi degli altri.
Allora coraggio, facciamo andar bene tutto quello che possiamo, almeno quello che dipende da ognuno di noi.
E ricordiamocene, per quando tutto sarà passato.

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