Questo aforisma, da me pubblicato su un social, è stato ritenuto troppo enigmatico e ha prodotto una richiesta di chiarimento. Sono costretto a rispondere qua perché ho esaurito il numero di parole che quel social mette a disposizione per le risposte. Lo faccio inoltre perché la lettrice è persona di grande cultura e buon senso e merita un mio ulteriore impegno.
Questa la richiesta della lettrice:
“Questo ermetico invito mi crea dubbi interpretativi. Un elemento in più per avvicinarmi alla comprensione, por favor?”
Rispondo.
Come lei ha ben detto in altra occasione, un aforisma è una scheggia di sapere. Nel mio caso si tratta veramente dell’estremo riassunto di una riflessione più articolata fatta in precedenza, magari al risveglio o dopo una seduta, e serve come incitamento a riflettere. E’ quello che secondo me si può fare in spazi così ridotti come quelli dei social.
Quel che mio ex allievo/a ricorderà che una volta li scrivevo sulle mattonelle bianche del bagno della scuola. Anche lì il posto era minimo, e lo era anche il tempo di lettura.
Provo dunque a fare un po’ di percorso a ritroso.
Le illusioni sono tra i meccanismi psichici di difesa che possono nascere, in modo automatico e inconscio, quando una bimba e un bimbo non hanno possibilità di contrastare una proibizione che blocca una pulsione naturale.
Crescendo, una persona può crogiolarsi in queste fantasie evitando di esaminarne le conseguenze e accettando che queste esistano per mille altre cause. In pratica le trasforma da meccanismi di difesa, utili contro l’esistenza di un reale pericolo, a compagnie, illusoriamente piacevoli, che la tengano lontana dalle fatiche che vede o suppone nella vita reale.
E’ una trappola che può diventare molto pericolosa, fino a provocare una scissione di personalità.
Nel mio aforisma ci sono due parole basilari.
La prima è “ricorda”.
Un invito a riportare alla coscienza ciò che è scivolato nell’inconscio. Un’operazione inevitabilmente parziale ma necessaria comunque. E’ sottinteso un lavoro di psicoanalisi o autoanalisi che ipotizzi l’esistenza di meccanismi di difesa cronicizzati, quindi mantenuti inconsciamente oltre il bisogno, quando si manifestano sintomi psicofisici altrimenti inspiegabili.
La seconda parola è “finché”.
Questa dovrebbe dare l’idea di una tensione che parte dalla nascita del meccanismo di difesa e riserva alla coscienza una piccola parte della fantasia illusoria. Questa piccola parte diventa un collegamento tra l’illusione e la realtà e può trasformare l’impossibile in probabile. Facilmente è accompagnata da un certo desiderio di rivincita che la rinforza.
Un esempio moderno, adatto alla cultura del social in questione, è Elon Musk chiamato anche l’imprenditore visionario, la cui biografia andrebbe letta con molta attenzione. Se fosse un romanzo si direbbe che l’autore ha proprio esagerato, invece è la vita reale di un “visionario”, tra l’altro pesantemente bullizzato da piccolo.