“Staremo sempre insieme” è la promessa che nessuna persona saggia potrebbe permettersi di fare ad un’altra, perché sa bene che il futuro non è prevedibile nella realtà.
Nonostante si sappia che esiste un valore molto importante, anzi basilare in un primo momento della vita: il valore del desiderio, della pulsione all’attaccamento, della fantasia di essere amati senza interruzioni e distacchi, nonostante questo la promessa non è realizzabile nel corso degli anni.
Ma, per una coppia adulta, si tratta di una frase simbolica e come tale dovrebbe essere vissuta. Non un obbligo reale, non un impegno da mantenersi fino ad un futuro eterno, o un dovere spalmato in un tempo senza limite.
A meno di altre variabili, una promessa di questo genere vale lo spazio di un momento magico, il tempo di un bellissimo lampo d’amore.
E’ una promessa che non può dar diritto a recriminazioni, ma solamente a sogni, a speranze più che legittime ma sempre fantasiose.
Per conseguenza, diventa molto difficile accettare che un amante, dopo un certo periodo di tempo, possa dire qualcosa del tipo: “me l’avevi promesso”. Non ci sta che una persona debba sforzarsi di amarne un’altra solo per mantenere una promessa, oltretutto fatta in un altro momento della vita e forse ormai logorata dal tempo.
Non ha un senso logico, se non di carattere egoistico. Sarebbe diverso se invece di una coppia parlassimo di una famiglia e se la richiesta fosse di rispettare l’impegno di proteggere i figli, ma ora parliamo di una coppia libera.
Questo non vuol dire che la frase “Staremo sempre insieme” sia una bugia quando non viene rispettata, come non era un falso quando è stata pronunciata.
Era semplicemente la stupenda verità, esclusivamente emotiva, di un momento indimenticabile.
Quella verità non può essere rovinata da sentimenti di possesso, di paura, di pretesa e di rabbia.
Potrebbe invece essere ripensata o ripetuta migliaia di volte nel corso della vita e continuerebbe ad avere il suo valore originale: quello di un desiderio, del piacere di godersi la fantasia che quel momento non abbia mai fine e diventi sempre più bello.
L’amore non può mai essere una pretesa per una persona adulta: prima è un desiderio, poi una speranza, poi può diventare una conquista, infine una condizione che si rinnova e si nutre della partecipazione felice e assidua di due persone, giorno dopo giorno. Mai una pretesa.
La pretesa d’amore appartiene alla prima infanzia, quando i ruoli sono dettati dalla natura: i neonati, bimbi e bimbe, hanno diritto d’essere curati e amati da mamma e papà.
La mancanza d’amore in quel periodo può avere effetti tragici, come la mancanza di cibo. Dunque è comprensibile che una persona cresca con l’ostinata convinzione che gli venga dato ciò di cui ha diritto; che impari a pretendere, anche da adulta, l’amore di cui sente quel bisogno, antico sì ma sempre attuale.
E’ comprensibile ma dannoso. Come ogni illusione, anche questa è semplicemente la strada per la delusione. Quella pretesa infatti trova il rifiuto degli altri. Sia di quelli che sono psicologicamente adulti, perché rifiutano l’imposizione per principio. Se non si spiegano la ragione per cui dovrebbero assumere un ruolo fasullo rispetto a dei coetanei, è chiaro che lo rifiutano.
Sia di quelli che invece non sono psicologicamente adulti, perché non possono dare ciò che non hanno, quindi assumerebbero quel ruolo solo per arrivare ad un obiettivo egoico.
Dunque, la pretesa di una persona adulta di essere amata da un’altra, ugualmente adulta, e addirittura per sempre, appartiene alle psico patologie, alla condizione di regressione psichica, agli stati di sofferenza e di disequilibrio grave o gravissimo.
L’amore adulto è la libera scelta di due persone: prima è un flash quasi sempre inconscio, poi è un turbinio di sentimenti, un rischio, una continua avventura che vive di sorprese, poi un divenire che cerca equilibrio nel piacere e nella serenità. Ma è certo che muore quando lo si pretende, lo si dà per certo, per scontato, per eterno.