Forse sono un po’ in anticipo perché in questi giorni si pensa soprattutto a mangiar bene, magari seguendo le tradizioni italiane, cioè chiedendo al nostro corpo di sopportare un certo sovraccarico in cambio della goduria di gola.
Penso sia giusto così.
La sosta dalla scuola e dal lavoro ci trasferisce sul pianeta del piacere, dove il senso del dovere dovrebbe impallidire abbastanza da farci ricordare la differenza tra i due: piacere e dovere possono convivere purché siano ben distinti.
Solo così, non confondendoli, possiamo scegliere l’uno o l’altro a seconda del bisogno.
Ora, per chi volesse tenersi pronto alla ripartenza ecco qualche appunto decisamente utile.
Nel lungo e impegnativo percorso della vita sono necessarie delle soste.
Se non le facciamo volontariamente ce le impone quasi sempre il nostro organismo.
Quando lo portiamo ad uno stress esagerato si ammala: fisicamente oppure psichicamente o in entrambi i modi.
Quindi conviene organizzarle noi le soste.
Sono le “stazioni di servizio” che rimettono carburante nel cervello e di conseguenza in ogni anfratto della psiche, della mente e del corpo.
Prima mossa: quanta ENERGIA sentiamo di avere?
Per scoprirlo bisogna che ci mettiamo in una situazione di calma assoluta, di silenzio e solitudine. Se in questa atmosfera non ci vengono pensieri di lavoro e non pensiamo a quello che dobbiamo fare; se la testa è leggera e lo sono anche gli occhi; se ogni parte del nostro corpo è uniformemente rilassata, ecco possiamo dire di esserci trattati bene durante l’anno che sta per finire.
La conseguenza principale di questo invidiabile stato è la voglia di amare.
Manca qualcosa?
E’ quasi certo che il 2018 ci abbia procurato qualche tipo di danno, soprattutto se non ci siamo ricordati di caricarci all’inizio e di fare soste ogni tanto.
Passiamo dunque alla seconda mossa.
Controlliamo la nostra RESPIRAZIONE Per farlo avremmo bisogno di recarci in un punto in cui possiamo respirare meglio del solito. Ognuno scelga il luogo adatto in cui sente il bisogno, e il piacere, di riempire i polmoni. Respiriamo col naso ed espiriamo con la bocca.
Forziamo un po’ in modo da prender un po’ più aria del solito, attendiamo un paio di secondi e svuotiamo i polmoni anche un attimo dopo aver percepito di averlo fatto bene.
Attenzione: facciamo questo esercizio nel modo più calmo possibile. In modo particolare, stiamo attenti a non cadere nella trappola del bisogno d’aria. Se ne prendiamo troppa, troppo in fretta o trattenendola, allora otteniamo l’effetto contrario.
Quindi calma, di aria buona ce n’è sempre abbastanza, non serve cercare di accaparrarsela come se stesse per finire.
Facciamolo per qualche volta durante il giorno, e per almeno quattro o cinque giorni, in modo da mandare al cervello un segnale preciso: che si ricordi di farci respirare bene, il più possibile.
Ricordiamoci che il respiro è vita, è il primo segnale che viviamo.
Terza mossa: MOVIMENTO
Il cervello ha bisogno di sangue per funzionare, il sangue lo fornisce il cuore, il cuore funzione per contrazione ed espansione, cioè per un movimento costante. Se teniamo fermo il corpo il cuore s’impigrisce e mando sempre meno sangue al cervello.
Recenti ricerche confermano che il moto allunga la salute anche del cervello: è logico.
Fate il moto che volete, purché sia quello che vi fa sentire bene.
Anche in questo caso misurate quanto sforzo vi sentite di fare oltre la sensazione di volervi fermare. Forzate sempre un po’ ma senza esagerare.
Le forzature le fanno quelli che hanno una necessità particolare, e in questo caso è meglio che si affidino a fisioterapisti o altri specialisti del corpo.
Quarta mossa: RILASSAMENTO.
Siamo quasi al finale della ricarica. Il rilassamento è la capacità di svuotare il cervello da qualsiasi pensiero, immagine, emozione.
Beh, è più facile di quanto non sembri all’inizio.
Serve una guida iniziale, perché siamo troppo abituati ad assorbire le migliaia d’informazioni, visive, olfattive, uditive che ci arrivano da ogni parte del nostro universo, per essere capaci di liberarcene da soli.
Una guida può essere anche virtuale, anche se non è la stessa cosa di una persona. Basta che c’insegni come procedere.
I mezzi sono tanti e in ogni epoca ne viene di moda uno.
Adesso vanno molto gli pseudo orientali.
Vanno bene tutti purché non creino dipendenze, perché porterebbero un danno maggiore, molto più difficile da superare.
Il rilassamento è una pratica utilissima che permette d’interrompere una situazione di stress e restituire forza creativa.
Il rilassamento ben fatto porta anche ad un sano desiderio amoroso e sessuale, scusate se è poco in questa società troppo frenetica e arrabbiata.
Quinta mossa. Attenzione al signor INCONSCIO.
Tutto quello che abbiamo considerato fino ad ora è sotto il controllo della nostra volontà, quindi della coscienza. Possiamo decidere di agire oppure no.
Ma la maggior parte delle nostre azioni ubbidiscono ad impulsi di cui non conosciamo i vantaggi inconsci.
A meno che non li supponiamo e non ne cerchiamo le prove.
La maggior parte di persone, spesso psicologi compresi, fanno ragionamenti bellissimi e sanno prender decisioni corrette in certi ambiti. Ma sbagliano puntualmente in ambiti affettivi o relazionali.
Magari la stessa azione compiuta da altri viene criticata lucidamente.
Cioè si è lucidi nel riconoscere la proiezione sugli altri ma non l’appartenenza a se stessi del medesimo comportamento.
Ecco, in questo caso la ricarica può darla lo psicoterapeuta psicanalitico che ci aiuta a scoprire il signor inconscio.
Non dimentichiamolo: vedere la propria maschera può essere semplice ma vedere se stessi è molto complicato.
Bene, la stazione di servizio 2019 di “Mosaico Psicologie” vi ha fornito alcuni strumenti per riprendere più serenamente il viaggio della vostra vita. Ogni tanto ricordatevi di fermarvi un po’ vi farà bene.
Auguri di cuore.