Lo Psicodramma analitico integrato

Parliamo di Psicoanalisi, ma di quel tipo di Psicoanalisi che si è sviluppata dopo l’idea di Jacob Levi Moreno di portare nel gruppo la possibilità di sviluppare una nuova forma di psicoterapia: lo psicodramma.  Più avanti ne vedremo lo sviluppo, quello che abbiamo chiamato Psicodramma Analitico Integrato o Psicodramma “Mosaico”. Ora partiamo dall’evento.

Siamo al dodicesimo anno dal riconoscimento ufficiale del Corso di Specializzazione in Psicoterapia dato all’Istituto Mosaico Psicologie di Bologna-Vr-Na. Ma la tradizione dei corsi di formazione risale a molto prima, dai primi anni ottanta a Bologna. Sabato c’è una nuova presentazione, un open day riservato a medici e psicologi non psicoterapeuti. Mi pare quindi  utile cogliere l’occasione per descrivere lo psicodramma analitico integrato sviluppatosi in questo istituto

Definiamo intanto lo psicodramma prendendo le parole di uno degli psicoanalisti che lo hanno portato dagli Stati Uniti alla Francia
“Lo psicodramma può essere considerato come una espressione socio-motrice, ossia che esso impegna tutti i mezzi di espressione dell’individuo, considerato nella sua situazione all’interno del gruppo” (S. Lebovici et al, 1958).

Partendo dalla sua propensione al pragmatismo, Moreno ha sperimentato, agito e creato, un metodo d’azione in cui fosse basilare l’incontro fra gli individui nel gruppo e l’incontro tra i gruppi. Per Moreno il processo terapeutico avviene quando il singolo prende coscienza della propria autonomia dal gruppo, delle proprie risorse spontanee e creative e della libertà di usarle a favore della propria evoluzione.

E vediamo meglio il motivo per cui il metodo moreniano è stato adottato dagli psicoanalisti, pian piano in tutto il mondo

e si prende l'uomo

La psicoanalisi aggiunge al metodo di Moreno le sue caratteristiche:

  • l’accento che pone all’inconscio;
  • la centralità del superamento del complesso di castrazione;
  • la possibilità di formare catene associative lungo il percorso di vita e tra il conosciuto e l’inconscio;
  • il valore che dà alla parola;
  • l’assenza di giudizio;
  • le soluzioni che offre per spiegare lo sviluppo della personalità;
  • la conoscenza dei meccanismi di difesa;
  • la meticolosità che chiede nell’indagine dei più profondi meandri della psiche.

Nell’esperienza del fondatore dell’Istituto Mosaico Psicologie era necessario considerare anche un altro corpus teorico e tecnico che desse una maggiore importanza al corpo reale poiché questo è ben visibile sulla scena dello psicodramma. Ed ecco il ricorso a Lowen e agli altri autori delle terapie psico-corporee

La bioenergetica di Lowen e le teorie psico-corporee aggiungono:

  • l’abilità d’interpretare il linguaggio dell’inconscio attraverso quello del corpo;
  • la capacità di usare la forza espressiva del corpo, per fornire alla psiche il canale di sfogo emotivo a volte necessario;
  • la possibilità d’intervenire sul corpo per raggiungere più facilmente il livello di spontaneità descritto dai Moreno, o l’equilibrio psicosessuale descritto da Freud.

I distinguo tra teatro e psicodramma

Moreno ha finalmente sottolineato la differenza tra teatro e psicodramma quando ha introdotto i termini “mimesi e antimimesi”, dove mimesi è l’imitazione artificiale di qualcosa di reale. Allora assumono importanza i diversi obiettivi. Nonostante le intenzioni e gli sforzi di Stanislavski, il teatro resta una recita creata ad artificio, quasi sempre su testi di altri e con una regia direttiva, finalizzata all’applauso del pubblico. Allo stesso modo, una simulazione resta una finta. La giusta intuizione del regista innovatore è servita perché ha permesso all’attore di portare sulla scena stati d’animo che facilitano la partecipazione emotiva del pubblico, ma niente di più e di diverso. D’altronde non poteva fare altro, perché né l’attore, né tanto meno il pubblico, desiderano cambiare i loro obiettivi, annullare i loro ruoli e la distanza che li distingue.

Ma lo psicodramma è altra cosa, perché:

  • ha una finalità psicoterapeutica;
  • le correnti affettive presenti vengono scoperte, analizzate e rielaborate prima, durante dopo l’azione;
  • il regista è a disposizione del protagonista, e non viceversa;
  • l’unico testo possibile è il racconto spontaneo, il materiale conscio e inconscio fornito dal protagonista;
  • è un ambito psicoterapeutico, quindi protetto da una patto di assoluta discrezione, i cui contenuti non possono essere rivelati all’esterno.

Nella Scuola dell’Istituto Mosaico lo psicodramma psicoanalitico è stato arricchito dalla conoscenza del corpo e delle sue reazioni

il principe azzurro.

Definizione di Psicodramma psicoanalitico “Mosaico”

Con psicodramma psicoanalitico “Mosaico” intendiamo quella rappresentazione scenica spontanea, che permette:

  • di rendere visibile, conoscibile e interpretabile il materiale latente;
  • di far rivivere sulla scena i conflitti intrapsichici, attraverso gli “Io ausiliari”;
  • di accettare e vincere, nel gruppo, le frustrazioni che aiutano a superare le fasi dello sviluppo psichico-affettivo;
  • di riconoscere nel corpo il linguaggio dell’inconscio e i segnali di malessere psicologico;
  • d’imparare le tecniche per intervenire sulla psiche attraverso il corpo;
  • di portare alla coscienza i conflitti interpersonali, di rielaborarli e di sperimentarne sbocchi risolutivi;
  • di restituire al soggetto la propria spontaneità e di sviluppare il proprio potenziale creativo.

Lo psicodramma è uno strumento molto duttile, utilizzato in vari settori.

Nella sua finalizzazione psicoterapeutica può raggiungere diversi obiettivi.

  1. Come diagnostico. La sessione di psicodramma può integrare le informazioni emerse nei colloqui individuali e soprattutto restituire al paziente la coscienza della sua dimensione storico-evolutiva.
  2. Come mezzo di facilitazione della comunicazione. Durante il processo psicodrammatico si concretizza la possibilità di realizzare una circolarità veramente efficace che, a partire dal clima di spontaneità ed empatia presente nel gruppo, favorisce l’espressione libera dei propri vissuti e delle proprie opinioni. Il gruppo assume un valore centrale a questo livello: funge da amplificatore dei sentimenti e dei desideri, contiene i timori e le angosce legate al mostrarsi agli altri e permette di condividere difficoltà, problemi ed emozioni.
  3. Come strumento psicoterapeutico possiamo riconoscerne tre livelli, che si differenziano per la richiesta e per la condizione psicologica del paziente: livello di sostegno, livello di adattamento e livello di ricostruzione.

Nel livello di sostegno si stimola la comunicazione e questo permette la manifestazione spontanea e libera del problema.

Nel livello di adattamento si ha la possibilità di conoscere e valutare, attraverso l’azione, le condotte, i sintomi, le componenti nascoste della personalità, le proprie risorse e capacità. Questo favorisce lo sviluppo personale e l’adattamento psico-sociale creativo. Il “qui e ora” dell’esperienza psicodrammatica permette di riconoscere le cause del disagio, di prendere coscienza delle tendenze inadeguate e di delineare strategie atte al loro controllo. L’assunzione dei “ruoli” che sono propri dell’individuo e di altri che non sono mai stati interpretati, favorisce l’attivazione delle proprie potenzialità, l’acquisizione ed il rinforzo di condotte e difese adattive. allo stesso modo si persegue la modifica di quelle non funzionali.

Nel livello di ricostruzione l’intero impianto metodologico e il ricco sistema di tecniche concorrono a determinare una strategia adatta a favorire la maturazione della personalità del paziente. L’emergere e l’analisi dei vissuti, dei sogni, delle fantasie, dei desideri, dei simboli, delle metafore – sia relativi al presente che al passato – rende possibile il raggiungimento dell’accettazione della propria realtà e la soluzione dei conflitti.

images (1)

…Lo psicodramma è stato impiegato con ogni tipo di pazienti psichiatrici (cfr. D.R. Buchanan, 1984; D.R. Buchanan, J. Dubbs-Siroka, 1980, G.P. Mazzara 1994). Inoltre è stato utilizzato con alcolisti (A. Starr, 1977; H.B. Weiner, 1966; S. Zimberg et al., 1978), tossicomani (E. Eliasoph, 1955; P.A. Olson, 1972), ciechi (T.A. Routh, 1957; K.P. Altman, 1981), sordi (L.D. Robinson, L. Clayton, 1971; D.F. Swink, 1980), pazienti terminali (H.B. Weiner, 1975). Infine con anziani (D.R. Buchanan, 1982) bambini ed adolescenti (oltre ai lavori già citati, cfr. anche P.J. Rowan, 1973). Si è sperimentata favorevolmente la sua azione all’interno di programmi di prevenzione (ad esempio, nei confronti dello stress che potrebbe essere indotto da ruoli sociali particolari). Parziali modificazioni ed aggiustamenti della tecnica hanno reso lo psicodramma applicabile anche a gruppi di pazienti quali psicotici cronici o giovani disadattati (come strumento di training per riacquistare alcuni skills sociali indispensabili). Nella conduzione di terapie di tipo behaviorista, lo psicodramma è stato impiegato all’interno di programmi di desensibilizzazione nei confronti di sintomi quali la claustrofobia o certe fobie per oggetti o situazioni specifiche. J.M. Gendron (1980) ha compilato una revisione accurata della letteratura psicodrammatica in relazione alle differenti popolazioni di utenti.

Lascia un commento