L’unica persona a potersi dire vittima del tradimento è la persona che più tradisce, anche se questo sembra un paradosso.
Ritenendo valida la premessa fatta nella prima parte di questo articolo (vedi: “Rivista”), in cui dimostravo che soltanto i genitori hanno il dovere della fedeltà verso i figli, poiché la loro promessa è biologica, quindi naturale e automatica, ne consegue che qualunque altra persona pensi di tradire un adulto, in amore, prende un clamoroso abbaglio.
Il tradimento in amore, tra adulti, non può esistere poiché nessuna promessa di fedeltà futura può essere coscientemente valida, tra persone che non possono sapere del loro futuro.
Ma c’è di più.
Per comprendere bene il mio ragionamento va considerata la parola “amore” nel suo valore più completo.
Per quel che ho potuto sentire e capire in tutti questi anni da psicoanalista, l’amore, nella realtà dell’adulto, è un sentimento raro e quasi sempre mistificato.
Vengono confuse per amore alcune necessità basilari, tipo: il dovere di proteggere o il diritto di essere protetti, il patto di avere sesso garantito, l’urgenza di convertire in piacere il dolore ricevuto e quello procurato, la pretesa della fedeltà eterna, cioè di perenne conservazione dell’oggetto nutritivo, la garanzia che il partner sia simile, ma anche diverso, al genitore di sesso opposto o infine affinità culturali, sociali e religiose.
In altre parole, viene confusa con l’amore la soddisfazione di un bisogno primario rimasto insoddisfatto.
Questo non è per niente romantico, anzi sembra un concetto cinico, ma per fortuna e per effetto di precisi meccanismi di difesa, la creatività dell’essere umano sa come trasformarlo in modo da renderlo ogni volta fantastico.
Le pulsioni naturali che riguardano essenzialmente il nutrirsi per crescere individualmente e per riprodurre la propria specie, sommate alle pulsioni acquisite che consistono nel raggiungere tutti gli obiettivi piacevoli rimasti bloccati nelle maglie delle censure, queste pulsioni vengono cosparse di magnifici e variegati fiori simbolici, diversi a seconda dell’occasione.
Questo è l’innamoramento: è mistificante perché la persona ritiene in coscienza di andare in una direzione mentre si ritrova spesso a marciare nella direzione opposta; però possiede un aspetto estremamente piacevole. Talmente piacevole da meritare il titolo di periodo più bello della vita. Chiunque l’abbia provato, sa che innamorarsi della persona che l’ama è l’esperienza più bella in assoluto.
Ed è proprio durante l’innamoramento, al culmine di questa esperienza quasi irreale, che le persone si promettono fedeltà.
Lo fanno con l’entusiasmo di chi vorrebbe che quei momenti non finissero mai, con la speranza di tornare all’onnipotenza primaria che confondeva il desiderio con la sua realizzazione.
C’è di più: di solito le persone coinvolte compiono svariate prove per verificare se l’altro sarà davvero come se lo aspettano. Ma anche in quel caso lo fanno senza accorgersi che stanno per accontentare le aspettative dell’inconscio, non quelle di cui hanno coscienza.
Per esempio, una persona che abbia sofferto traumi, veri o temuti, di abbandono è probabile che lasci e riprenda uno o più partner, e finisca per scegliere quello che ha resistito di più ai suoi giochi, senza accorgersi di aver perso di vista l’obiettivo cosciente della sua scelta. Ovviamente dopo un certo periodo di tempo dirà con amarezza di aver scelto la persona sbagliata e forse non avrà comunque la forza di liberarsene. E potrebbe ripetere l’operazione più volte fino a generalizzare il suo giudizio e proiettarlo all’esterno, sugli altri. A quel punto dirà che tutti gli uomini, o tutte le donne, sono sbagliati, incomprensibili, stronzi e via peggiorando. Ma di questo parleremo meglio quando tratteremo della proiezione.
Come ho scritto nella prima parte dell’articolo, si tratta del desiderio molto regressivo di riprendersi la condizione di onnipotenza esistente prima dell’inizio delle frustrazioni, cioè nella primissima parte della vita.
Una truffa in piena regola che l’inconscio fa nei confronti della coscienza. Pur di ottenere la soddisfazione che gli manca l’inconscio promette un ritorno al paradiso passato, quello uterino, il solo conosciuto e riproducibile emotivamente dalla fantasia in ogni età.
Il ritorno alla realtà, ahimè, sarà sempre una delusione. Per alcuni sopportabile e gestibile, per altri no. Per altri la confusione tra fantasia e realtà rimane come una spada di Damocle posta sulla linea dell’equilibrio psichico.
E così torniamo all’inizio: la vera vittima del tradimento, nel mondo amoroso degli adulti, è chi tradisce.
Chi tradisce è una vittima inconsapevole del più antico e naturale dei tradimenti: quello che i genitori mettono in atto ai danni dei figli quando non li seguono, o non li amano, o non li considerano.
Chi tradisce compie un’inconsapevole vendetta nel tentativo di essere i propri genitori, quelli a suo tempo interiorizzati, traditore e traditrice come loro.
Fantasia e realtà, passato presente e futuro si mescolano in un turbinio di emozioni che si trasformano in gesti di cui spesso ci si accorge troppo tardi.
Alfredo Rapaggi