Il Dio denaro dall’Olimpo all’Ade

Il dio denaro dall’Olimpo all’Ade

La mitologia greca è bravissima nel raccontare la condizione umana.
Quella di ieri e quella di oggi.
Ieri il mondo era diviso in tre parti.
C’era l’Olimpo, casa degli dei, quelli che potevano quasi tutto. Erano pochi ma dominavano, e tanto per ammazzare la noia si facevano dispetti a vicenda.
C’erano gli umani, la grande popolazione di stressati: dal lavoro, dalle guerre, dalle vicende amorose, dai dispetti degli dei.
Gli umani ovviamente avevano anche intervalli piacevoli, normalmente riferiti a fasi d’innamoramento che gli dei concedevano e prendevano a tratti, secondo umore.
Poi c’erano le ombre che abitavano l’Ade, il regno degli inferi, che la mitologia immagina in diversi modi, tanto da far pensare che la loro reale condizione non interessasse a nessuno. Non erano più vivi e tanto bastava.
Qualche autore aveva aggiunto una categoria intermedia, di ex vivi che girovagavano senza meta in attesa di entrare nell’Ade. Gente che non aveva ricevuto neanche una sepoltura, gente di cui nessuno si era ricordato.
Infine, c’erano i meno numerosi, quelli che spesso venivano chiamati inutili: i poeti, i filosofi, i saggi.
Oggi, dopo più di 2000 anni, le cose come sono?
Ci sono i ricchissimi, l’1% della popolazione mondiale che possiede una ricchezza patrimoniale più grande del restante 99%.
Questi sono l’Olimpo moderno.
Infatti si fanno i dispetti a vicenda e li fanno ancor più agli umani, che per ora chiamiamo “normali”.
Il divario poi è in aumento: secondo un dato Oxfan ogni 2 giorni c’è un nuovo miliardario e nel frattempo 789 milioni di persone, circa, scendono nell’Ade della condizione di povertà estrema.
Oggi, tra gli dei del nuovo olimpo e i poveri, ormai ex vivi, si agita una popolazione di stressati in cerca di fortuna, quelli che prima ho chiamato “normali”.

Paradossalmente sono i più importanti.
Senza di loro i ricchi non sarebbero ricchi e i poveri non sarebbero poveri.
Non per niente sono i più numerosi.
Sono il popolo dell’illusione.
Chiarisco prima di passare per troppo cattivo.
La speranza di diventare migliori è il motore del progresso sia individuale che sociale. E’ un tesoro per gli esseri umani.
L’illusione è un’altra cosa.
Normalmente la speranza va agganciata alla realtà del momento e un po’ anche alla storia passata. Insomma è utile se parte da ciò che una persona è e ha, per arrivare a ciò che può diventare per essere più felice.
Questo succede quando una persona interiorizza dei modelli genitoriali equilibrati. che le trasmettono forza, serenità, completezza.
La persona si sente abbastanza completa, anche se deve sempre desiderare di migliorare qualcosa, è la legge del progresso.
Quando invece interiorizza modelli genitoriali non abbastanza equilibrati, sente una mancanza indescrivibile, più o meno grande, proporzionata al disequilibrio.
Il suo meccanismo inconscio di difesa è una forma di compensazione che la porta a desiderare molto più di quello che gli serve al presente.
La sua carenza diventa perenne e mai colmabile, a meno d’interventi psicoanalitici completi.
L’illusione è dunque una speranza che si è cronicizzata senza un riscontro oggettivo di poter essere soddisfatta.
Togliete alle persone le illusioni e vedrete come crollano i consumi, come cambia la politica, come si trasformano le religioni.
Vorrei aver chiarito: non dico di togliere la speranza, questo sarebbe un delitto.
E nemmeno chiedo di togliere davvero le illusioni, qualcuna piccola ogni tanto dà sollievo, purché la si riconosca come tale.
Dico di abbassarne di molto il livello.
Azione impossibile finché il dio dell’attuale olimpo è il denaro.
Il denaro si è trasformato da utile intermediario a elemento centrale di vita.
Per molti non è importante se il cuore batte o no, ma è importante avere guadagnato più dei concorrenti, aver fatto un passo avanti nella scala gerarchica, avere qualcosa di più del vicino di lavoro o di casa..
Il denaro era stato inventato, dopo il sale ed altro, per facilitare lo scambio di merci, ma è diventato il più potente status symbol dell’umanità.
Questo è mostruoso perché obbliga la persona a vivere in funzione del suo aumento interminabile.
Questo è lo stress dannoso che tanti specialisti tentano di arginare in vari modi, troppo spesso fuorvianti.
Dunque sotto l’olimpo dei ricchissimi c’è questa numerosa popolazione con cui gli dei si trastullano mentre aumentano i loro ingordi forzieri.
Più sotto c’è il popolo dei non più vivi, che lottano per avere il minimo indispensabile, privati della dignità di essere umani come gli altri.
Questi sono ignorati perché stanno più sotto, dove il grande popolo non vuole andare e dove i ricchissimi non trovano molto da prendere.
Infine c’è un popolo quasi invisibile che vive tra le pieghe delle divisioni tra l’olimpo e gli altri.
E’ il popolo dei poeti, degli artisti puri. degli scrittori, dei filosofi, degli psicoanalisti e dei saggi.
Non dei truffatori che si spacciano “per”, quelli sono sempre più numerosi perché vivono sulle sempre più marcate e numerose illusioni dei popoli.
Quelli possono essere smascherati solo quando si riesce a riportare le illusioni alla condizione di speranze concrete.
Parlo invece di quelli che hanno capito davvero come funziona questo mondo e hanno scelto la strada della felicità.
Quelli che usano il denaro per vivere, ma non lo inseguono e non regalano all’Olimpo il loro stress.
Il popolo dei saggi.

Lascia un commento