Tra gli ingegneri e la psicoanalisi non corre buon sangue, si sa.
Mi spiace fare questa generalizzazione ma è un dato di fatto statistico, tra l’altro facilmente comprensibile. L’ingegnere ritiene che la matematica serva a realizzare un oggetto funzionante, non semplicemente ad impegnare la psiche.
Per Freud, invece, qualunque attività può diventare un meccanismo di difesa psichico, se usata inconsciamente per coprire una défaillance primaria della sfera affettiva.
Ha chiamato sublimazione questo processo.
Banalmente, se un bambino/a riceve in famiglia una serie di divieti (ovviamente involontari) al proprio sviluppo psico-sessuale può difendersi, inconsciamente, occupando l’energia (libido) repressa, in settori esterni di tipo più artistico, tecnico o sociale.
Questo travaso di energia rende probabilmente il risultato ottimo, anche eccezionale nei suddetti settori, salvo altrettanto probabili imprevisti.
Quello successo a Montecarlo nel gran premio di formula 1 è solo uno dei tanti esempi d’imprevisti dovuti all’intervento liberatorio dell’inconscio.
Un gesto non cosciente, non voluto ma realizzato, ha tardato il cambio di gomme dei piloti della Ferrari, togliendo loro, in particolare a Lecrerc, la gioia di una vittoria quasi certa.
Lecrerc ha reso benissimo l’idea con la sua reazione verso il box “ma che c… avete fatto?”.
“Incredibile, incomprensibile” continuavano a ripetere gli stupiti telecronisti, anch’essi evidentemente a digiuno di psicoanalisi.
Mentre dalla mia poltrona scuotevo la testa, ripensando alle volte in cui avevo cercato di spiegare in Ferrari gli effetti di questa mancanza.
In un’azienda che basa il suo successo sulla perfezione dei gesti, oltre che dei materiali è grave che non ci sia la sufficiente attenzione allo stato emotivo di chi opera in pista e in supporto ai piloti.
Per non capirlo ci vogliono meccanismi di resistenza psichica eccezionali (resistenza alla scoperta dell’inconscio).
E tanto per chiarire, lo stato emotivo si gestisce se lo si conosce e se ne modificano le distorsioni, non se lo si cerca semplicemente di controllare. Le miriadi di ricette comportamentali in voga oggi sono tentativi elementari e provvisori di sistemare situazioni ormai croniche.
Se portassi un esempio meccanico mi capirebbero anche gli ingegneri, ma questo non sarebbe sufficiente per convincerli a fare un bel percorso di psicoanalisi. Esperienza docet.
Serve un mediatore psicodinamico, un esperto che conduca gli psicoanalisti nel mondo degli ingegneri e che porti gli ingegneri vicini al mondo della psicoanalisi.
Sarebbe sufficiente che certe aziende accettassero almeno questo.