Bombe chimiche, bombe emozionali: come difendersi

Le grandi potenze occidentali hanno deciso di distruggere le fabbriche di armi chimiche della Siria. Non l’hanno fatto in gran segreto, anzi, si sono fatte precedere da una campagna di “sensibilizzazione” di grande effetto.
I bambini con gli occhi spenti e il capo chino, mezzi nudi, seduti in silenziosa attesa d’essere aiutati; quelli che si sottoponevano ad un grezzo lavaggio del capo, dall’obiettivo magico di cacciare i danni del veleno; quelli penzolanti dalle spalle di qualche adulto che correva impotente e disperato in cerca d’aiuto.
Tutti avevano il compito evidente di dividere il mondo in buoni e cattivi, per poi applaudire i buoni che andavano a bombardare le fabbriche di morte dei cattivi.
Peccato che i bambini salvati in quell’occasione siano gli stessi respinti alle frontiere dei buoni, che siano fratelli dei bimbi abbandonati, sfruttati, rincretiniti e violentati nelle periferie delle città dei buoni, che vengono uccisi da qualche coetaneo autorizzato dai buoni a comprarsi un’arma tanto per diventare uno stupido eroe, che muoiono a grappoli nell’indifferenza dei buoni sotto le bombe cieche di buoni e cattivi.
Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, voglio provare a togliere la nebbia dei media dai nostri occhi.
Il mondo non è divisibile in buoni e cattivi, ma in azioni buone e in azioni cattive che entrambi possono fare in occasioni diverse, a seconda degli interessi del momento.
Le categorie opposte provocano solo rancori permanenti.
Sono dettate da paure arcaiche di nemici più immaginari che reali, che sfociano in ansie paranoidi, quindi in razzismo.
Permettono ad una persona di dichiararsi buona solo perché appartiene ad un certo gruppo, razza, religione, ceto sociale.

E ovviamente, di dichiarare cattivi e pericolosi tutti quelli che non vi appartengono.
Ma l’obiettivo biologico di ogni persona è star bene, essere soddisfatta, essere felice

Ora mettiamoci nel ruolo di un bambino e di una bambina che vedono le immagini dei loro coetanei straziati da quelle e altre bombe.
I loro meccanismi psichici di difesa sono ancora incompleti: più è bassa l’età e meno sono pronti a respingere gli effetti emotivi di ciò che occhi e orecchie introducono nel cervello.
Non sono in grado di ragionare con gli imbrogli mentali che usano gli adulti.
Non possono giustificare le bombe intelligenti, la necessità di portare a qualcuno la democrazia, l’urgenza di convertire a una religione o di massacrare chi non vi appartiene e nemmeno quella di spostare un confine più su o più giù.
Mettiamo noi stessi nel loro ruolo e chiediamoci che cosa si prova e che cosa ci rimane nel cuore.
Cosa resta nell’inconscio per i prossimi giorni, e cosa per quando saremo adulti?
Chiediamocelo davvero.
Se riusciremo a disinnescare le bombe emozionali che ci hanno gettato dentro quando non potevamo difenderci, magari mentre si era a tavola, o quando eravamo soli in salotto a guardare la tv o davanti al computer.
O semplicemente mentre ascoltavamo i loro litigi, le loro minacce di separazione, i veleni sulle reciproche famiglie d’origine.
Entriamo più spesso nel ruolo dei bambini per capire bene che cosa saremo da grandi.
E soprattutto che cosa facciamo per quei bambini, oggi, nel nostro ruolo di “grandi”, per evitare che tante altre bombe emozionali sconvolgano le loro vite.

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