Un chiarimento indispensabile
Le persone che si rivolgono alla psicologia in generale hanno ragione a trovare difficoltà nel decidere chi scegliere esattamente, tra le varie figure professionali.
Vediamone un motivo.
La laurea in psicologia è abbastanza strana se la si considera rispetto alla successiva professione. I diversi indirizzi, che cambiano a seconda delle epoche e delle facoltà, possono esseere: sviluppo, comunità, clinica, ricerca, lavoro. Questi indirizzi, che dovrebbero servire per scegliere che cosa fare e come presentarsi da profressionisti, in pratica sembrano degli optional.
Il problema è serio per l’utente.
Succede infatti che il laureato in psicologia del lavoro, per esempio, possa tranquillamente fare colloqui psicoterapeutici, senza avere specializzazioni e senza l’obbligo di scrivere sulla targa l’indirizzo “lavoro”.
Ancora più grave, forse, è l’equivico di chi si laurea con indirizzo clinico. Lo psicologo cliico possiede semplicemente la laurea e dà l’esame di stato. che ben sappiamo essere tutto fuorché una garanzia di preparazione pratica. Con questi due elementi è autorizzato ad esporre la targa con scritto “psicologo clinico”. Qualcosa che potrebbe vagamente corrispondere al medico generico, con la sostanziale differenza che il medico comunque deve fare esperienza in corsia mentre lo psicologo potrebbe non aver mai visto un paziente.
Lo psicologo “clinico” dovrebbe essere chiamato, nel migliore dei casi, psicologo semplice, cioè NON specializzato in psicoterapia. Semplicemente, non possiede le competenze necessarie per farlo. La psicoterapia la si può esercitare previo frequentazione di una scuola di specializzazione che dura 4 anni, riconosciuta dal ministero dell’università.
Tra l’altro, ogni scuola dà un indirizzo specifico e prepara ad un tipo di psicoterapia con caratteristiche ben definite. Quindi l’utente, o paziente a seconda dei casi, dovrebbe essere informato anche di questo, come io stesso ho chiarito in altri articoli su questo blog.
Lo psicologo semplice che usa il termine “clinico” come gli indica l’università, non considera che quel termine richiama troppo il fare terapia, per cui qualunque persona viene obiettivamente confusa.
E’ dunque indispensabile che chi che si presenta allo psicologo/a chieda espressamente quale preparazione ha fatto.
Può chiedere o guardare, se ha l’attestato dell’Ordine con la dicitura: “iscritto all’elenco degli psicoterapeuti”.
Infine, può leggere in uno dei due diplomi esposti (laurea e specializzazione) se nell’ultimo c’è la specifica con l’indirizzo teorico della scuola che l’ha specializzato.
In assenza di queste documentazioni, l’utente si trova davanti ad uno psicologo semplice, laureato in uno dei possibili indirizzi di psicologia.
E basta.
Piuttosto che fare la guerra agli psicologi “semplici”- definizione discriminatoria non degna di uno “psicoterapeuta” – vedi di fare la guerra ai counsellor che pullulano in ogni dove indisturbati mentre i colleghi si fanno la guerra per vessare coloro che in primis non hanno le possibilità economiche di fare una qualsiasi insulsa scuola di specializzazione -è risaputo che di scuole serie è veramente formative in Italia si contano su di una mano mentre ne esistono circa 600 con indirizzi diversi -in secondo ordine non penso sia formativo e dia quella quid in più se nn sulla carta aver frequentato un corso di specializzazione qualsiasi tanto per avere il titolo. Tuttavia il mestiere dello psicologo presuppone un’onesta intellettuale di fondo che o c’è l’hai o di certo non te la insegna nessuno sia nel percorso formativo universitario ,sia nei tirocini formativi ne tantomeno quando consegui l’abilitazione e non parliamo delle scuole di specializzazione perché si dovremmo stendere un velo pietoso!
Vergognatevi di mettere sempre in guardia dagli psicologi semplici perché semplice di spirito è colui che addita in tal modo un collega e apre le porte ai veri millantatori!
Da come scrive mi pare chiaro che non frequenta scuole di specializzazione. Se Valesse il suo ragionamento, anche la laurea in psicologia, come ogni altra scuola, non avrebbe valore. E’ tipico di chi non termina gli studi dire che un muratore vale più di un architetto. e nessuno mette in dubbio che uno sappia fare cose che l’altro non sapreebbe fare, forse, ma al di là del valore di ogni singola persona gli studi ne determinano la preparazione. Chi vuole studiare dentro una scuola di specializzazione può farlo, chi non vuole resta un non specializzato. Lo chiami come vuole ma non si nasconda dietro un dito per evitare la specializzazione. Scelga la scuola che fa per lei, questo è giusto, ma studi e lavori molto su se stesso. Non ha i soldi? Io ho lavorato mentre studiavo e non sono stato l’unico.
Quanto a chi non è nemmeno laureato e si presenta da pseudo psicologo, dovrebbe essere perseguito dall’Ordina non da un professionista privato. Io penso a sollecitare i nmiei colleghi, dall’alto della mia lunghissima esperienza, a prepararsi al meglio, sempre.