Primo:
lo psicologo (o psicologo di base)
Lo psicologo è il laureato in psicologia che può esercitare la professione di psicologo dopo aver dato l’esame di stato.
Lo psicologo è paragonabile ad un medico di base, in quanto privo di specializzazione.
A dire il vero, il medico di base oggi è tenuto a fare la sua brava specializzazione, mentre lo psicologo non ha lo stesso obbligo.
La sua formazione può essere più accurata solo se ha la coscienza di fare dei corsi di propria iniziativa.
Oggi sta entrando l’obbligo di corsi brevi, ECM, per tutto il personale sanitario, e per tutta la durata dello svolgimento della professione. Ne saranno quindi coinvolti anche gli psicologi.
Secondo:
lo psicologo specializzato (o psicoterapeuta)
Lo psicoterapeuta è uno psicologo che ha fatto un’apposito corso di specializzazione della durata minima di quattro anni, dopo aver superato l’esame di stato ed aver partecipato ai tirocini pratici in strutture pubbliche o convenzionate che ne garantiscano l’esperienza.
Lo psicoterapeuta riceve il diploma a fine corso ed è iscritto all’apposito elenco presso il proprio Ordine.
Terzo:
differenza tra le specializzazioni: cognitivo comportamentali e psicodinamiche
Le differenze essenziali tra le varie specializzazioni in psicoterapia sono due e si oppongono nel considerare la centralità del sintomo piuttosto che delle cause che lo provocano.
Le teorie cognitivo comportamentali, e simili, mettono l’attenzione sulla cura del segnale più esterno e visibile, cioé il sintomo.
Il termine cognitivo comportamentale è una sintesi che si è avuta negli anni ’60 soprattutto ad opera del mondo accademico.
In Italia era conosciuta la teoria comportamentista o beaviorista, quando si è capito che sarebbe stato utile riconoscere l’importanza di quella cognitivista come logica integrazione.
Il termine “cognitivo” si riferisce a tutti i processi mentali come pensiero, capacità di valutare le situazioni, attenzione e memoria. che implicano lo stato di consapevolezza e responsabilità.
Il termine “comportamentale” si riferisce invece agli atteggiamenti e ai comportamenti manifesti da parte del soggetto.
La terapia cognitivo comportamentale è una terapia direttiva centrata prevalentemente sul presente (sul “qui ed ora”) e si propone la soluzione dei problemi attuali.
In questa modalità direttiva vengono insegnate tecniche specifiche per affrontare le situazioni sintomatiche. I pazienti vengono “addestrati” a ripeterle autonomamente ogni volta che ne hanno bisogno.
In dettaglio si tratta di riconoscere i cosiddetti modi distorti di pensare e di comportarsi e di modificarli coscientemente e volontariamente.
L’obiettivo è di uscire dal disadattamento per ritrovare il comportamento più equilibrato.
In pratica il terapeuta cognitivo comportamentale ha un atteggiamento psicoeducativo e direttivo.
Spiega al paziente quali meccanismi psicologici creano e conservano i sintomi.
Le cause profonde che danno orignie a questi meccanismi distorti non vengono considerate, se non come elementi inconoscibili, dunque inutilizzabili.
Gli psicoterapeuti di area psicodinamica (e psicoanalisti)
Gli psicoanalisti si rifanno espressamente alla teoria di Freud.
Insieme a tutti gli altri psicoterapeuti di area psicodinamica danno maggiore importanza alla componente inconscia dell’individuo e hanno l’obiettivo di curare il nucleo della personalità piuttosto che il singolo sintomo.
Essi ritengono che per attenuare o eliminare i sintomi si debba intervenire sulle cause che li hanno generati.
Le cause più profonde sono nate nei primi mesi e anni di vita, sono emozioni rimosse e lasciate nell’inconscio dove vivono con la spinta a tornare ad essere determinanti sino alla loro soddisfazione.
Sono elementi che possono essere riportati alla coscienza solamente con una serie di tecniche particolari ideate da Freud, come la lettura della relazione di transfert, tra psicoterapeuta e paziente, l’interpretazione dei sogni, le libere associazioni.
LO SCOPO E’ QUELLO DI RIPORTARE IL PAZIENTE VERSO LA PROPRIA TENDENZA NATURALE (Rapaggi)
QUELLO CHE FREUD HA CHIAMATO “ESSERE PADRONI A CASA PROPRIA”
QUELLO CHE JUNG HA CHIAMATO “INDIVIDUAZIONE” O DIVENTARE SE STESSI
Ne segue che lo psicoterapeuta psicodinamico non dà consigli ma fornisce interpretazioni che aiutano il paziente a capire come funzionano la sua psiche e la sua mente in modo che lo stesso sappia come intervenire quando serve
Quale psicoterapia seguire?
Ogni individuo dovrebbe fare sempre una psicodiagnosi prima di affrontare la psicoterapia vera e propria, anche quando la diagnosi è ritenuta parte integrante della psicoterapia stessa.
Poi, se il danno è recente, superficiale e il comportamento pare appreso e ripetitivo, la psicoterapia cognitivo comportamentale è ritenuta più adatta.
Se viceversa il danno attuale ha le radici in danni precedenti, dovuti alla formazione della personalità, la soluzione più affermata è quella psicodinamica.
Quarto:
Infine ci sono gli psichiatri che hanno il compito di somministrare gli psicofarmaci nei casi più gravi, quelli in cui la sola psicoterapia non basta o non è consigliabile.
Alcuni di loro hanno frequentato una scuola di specializzazione in psicoterapia e rientrano nelle specializzazioni di cui sopra
IMPORTANTE:
Chiedete sempre al professionista che titolo accademico ha.
Se è psicologo accertatevi se ha una specializzazione oppure no.
Se è psicoterapeuta fatevi dire in che cosa esattamente si è specializzato e ricordatevi la differenza tra chi considera l’inconscio e chi non lo considera.
Emozioni di gruppo
Fermati un attimo su quest’opera di Aligi Sassu e ascolta l’emozione che ti dà. E’ un esempio.
Ascoltare le emozioni è il passo che precede ogni introspezione psicoanalitica.